LA PEDAGOGIA DI FRIEDRICH FRÖBEL


Friedrich Fröbel, nato il 21 aprile 1782 in Germania, è stato un pedagogo tedesco, colui che ha teorizzato il concetto di “kindergarten” o “scuola materna”. L'EDUCAZIONE NATURALE

Secondo Fröbel, lo scopo dell'educazione, come afferma nella sua opera L'educazione dell'uomo, è la conoscenza della natura nel suo aspetto che coincide con l'essere umano e accompagnare l'autorganizzazione personale: l'intera natura sarebbe guidata da un'anima, ovvero una forma di intelligenza immanente, che regola sia la forma, che l'evoluzione delle cose. Per questo egli rifiuta la teoria della tabula rasa, e tramite una metafora naturalistica rousseuniana, afferma che l'apprendimento è fattibile se vengono seguite le esigenze individuali e naturali del fanciullo. Sono queste le premesse sulle quali egli basa la sua proposta di educazione infantile nei termini di un giardino: egli fona a questo proposito i Kindergarten, come alternativa all'educazione prescolare tradizionale. Fin da subito si configura come un modo per rompere con un modello di scuole di massa a struttura chiusa che non contemplava il contatto diretto dei bambini con il loro ambiente naturale.

Inoltre, Fröbel ripensa anche la struttura della famiglia e le pratiche genitoriali, che secondo lui dovrebbero essere rafforzate da un’istituzione pubblica e professionale che agisce di pari passo. Fröbel era discepolo di Pestalozzi, che delegava molte responsabilità dell’educazione dei bambini alle madri.  Tuttavia, Fröbel, pur prendendo spunto da questa idea iniziale, difende anche un’educazione che prosegue con questo lavoro al di fuori dell’ambiente familiare. Per Fröbel dovrebbe esistere, oltre alla funzione educativa assegnata alle donne, come sosteneva Pestalozzi, anche un’istituzione pubblica responsabile della formazione dei bambini in età prescolare. Pertanto, il kindergarten rappresentava un compromesso tra l’educazione dei bambini in casa e quella sviluppata in un’istituzione creata con questo scopo. Secondo questa teoria, limitando le sue lezioni a tre o quattro ore al giorno, la scuola materna avrebbe avuto il compito di completare l’educazione del bambino e non di soppiantare la famiglia.

L'IMPORTANZA DEL GIOCO

Nella sua filosofia, il bambino non è più solo una creatura da proteggere, ma detentore di diritto al gioco e di apprendimento. A proposito, rifacendosi alla filosofia naturale di Schiller, Fröbel concepisce il gioco come attività capace di far crescere il bambino secondo il suo ritmo e di cogliere in maniera intuitiva l'essenza della realtà e i processi del divenire naturale. Nonostante molti pedagogisti considerassero il gioco come distrazione e ricreazione, per Fröbel è invece il centro dell'educazione infantile: strumento per favorire l'espressione in maniera creativa e in stretto contatto con il linguaggio.

LA TEORIA DEI DONI

 Su questa base si sviluppa l'idea dei doni, cioè di giocattoli dotati di potere simbolico, capaci di far intuire al bambino le leggi del mondo. Al progredire del gioco, i doni hanno proprietà sempre più difficili da intuire. I primi sei che vengono introdotti al bambino hanno la funzione di insegnare le proprietà generali dei corpi, in particolar modo delle forme geometriche: il primo è la palla ed è, secondo Fröbel, il punto di partenza di tutte le altre forme. Il secondo dono è composto da una sfera, un cilindro ed un cubo. Fröbel volle che questi oggetti fossero accompagnati da alcuni versi cantati, non solo per far si che il bambino imparasse il linguaggio o sviluppasse l'udito, ma perché riuscisse a sviluppare idee chiare e distinte tra cui l'idea del calcolo.
Il terzo dono, un cubo diviso in otto parti, dovrebbe far risvegliare nel bambino il senso dell'intero e della divisibilità dei corpi. Il quarto è un cubo diviso in otto mattoni mediante tre divisioni orizzontali e una verticale. Il quinto è invece, un cubo diviso obliquamente in ventisette cubi. In questo modo sarà facilitato l'insegnamento del calcolo. Infine, l'ultimo dono consiste in un cubo diviso in ventisette mattoni. Esso si ricollega al quarto dono ed è la progressione del quinto.

Secondo Fröbel, grazie a tutti questi doni, il bambino dovrebbe acquisire l'idea dei solidi e le loro dimensioni (altezza, larghezza, lunghezza), esistono poi doni complementari che fanno procedere lo sviluppo intellettuale del bambino verso l'astratto.

LA FORTUNA DI FRÖBEL

La pedagogia di Fröbel tardò ad avere successo, poiché le sue idee sembravano troppo innovative per la realtà del tempo. Infatti, il primo asilo aprì nel 1937. Da questo momento in poi, le sue idee pedagogiche vennero  sviluppate e messe in pratica nei modelli istituzionali come la scuola materna e successivamente si sono estesi in tutta Europa e in tutto il mondo, arrivando fino ai giorni nostri. Questo fu possibile grazie ad un'appassionata sostenitrice di questo modello, Bertha von Marenholz-Bülow.


DOMANDE PAGINA 302

1. le riflessioni che portarono alla nascita dell'idea di giardino, riguardano la filosofia naturale, secondo la quale lo sviluppo dell'uomo va di pari passo con la natura.

2.Fröbel riprese da Rousseau l'esaltazione dello stato di natura, mentre da Pestalozzi l'idea che nel processo educativo fosse importante il ruolo della madre, anche se non nella stessa misura.

3. i doni erano oggetti geometrici dati ai bambini, la cui complessità progrediva con l'avanzamento del processo d'apprendimento, i quali portavano il fanciullo a dedurre i concetti di forma, colore, volume. 

4. l'autore non ebbe subito fortuna, in quanto le sue teorie vennero inizialmente considerate troppo innovative per la società dell'epoca.

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